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Un’ altra osservazione che, a mio avviso, merita attenzione è la seguente:
l’assistenza medica è una questione principalmente di trasferimento di informazioni, che si tratta di un dente cariato o di un tumore, assistere un paziente significa raccogliere una serie di informazioni da lui, interpretargliele e trasferirgli una decodifica di ciò che lui racconta.
E nel mezzo di questa operazione fare un intervento terapeutico, o nemmeno quello.
Come nella vita anche in medicina tutto ciò che si riceve passivamente non dura nel lungo periodo; al contrario ciò che viene modificato attivamente diventa in qualche modo patrimonio personale.
Uscire da uno studio medico senza informazioni è come pagare un jeans uscire dal negozio e lasciarlo alla cassa.
Se non altro, a cosa servono le centinaia di riviste scientifiche che sono pubblicate ogni settimana?
A generare informazioni! Nel momento in cui il flusso di informazioni non arriva al paziente la qualità dell’assistenza finisce “ultima in classifica”, indipendentemente da quanto sia efficiente l’azienda/ospedale. É ovvio che l’informazione scientifica fa “tradotta”, sia per il pubblico che, spessissimo, anche per il medico (in genere di base). Spero di riuscire a mostrare la distorsione che vedo io: non bisogna essere troppo ingenui perché il controllo delle informazioni non avviene solo per la stampa e i telegiornali generalisti, ma anche per la medicina e le discipline scientifiche. Ciò significa che la divulgazione di massa delle informazioni utili, mediche e di prevenzione andrebbe fatta da chi paga le prestazioni (ASL pubblica) e non da chi le vende (azienda farmaceutica o altro).
Altrimenti c’è un conflitto di intenti inestricabile. Questa è solo un’idea, ma se a pubblicizzare un rimedio medico è chi lo vende, mentre chi lo paga è terzo rispetto a chi l’acquista, la cosa non può funzionare. In termini di salute pubblica sarebbe di buon senso e utile se fosse l’ASL o un consiglio regionale a promuovere le informazioni e i rimedi più utile e sopratutto che prevengano certe malattie così da risparmiare sul lungo periodo.