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Come ne veniamo fuori? Lungi da me aspirare ad avere una soluzione, provo qui a condividere con voi i miei esercizi di confronto e discussione con colleghi, amici e pazienti chiacchieroni.
Il mio viaggio sulla nave dei folli di ArcipelagoSCEC, tirando le somme ad oggi è stato un continuo spostare i punti fermi che mi ero creato in questi miei quasi 40 aa.
Quindi a pensarci bene non c’è da stupirsi se il “bel pacchetto per il futuro” che mi confezionava la facoltà di Medicina e Chirurgia si è presto frantumato in una miscela di disapprovazioni.
Un punto fermo però si è definito ed è ben chiaro, messo bene a fuoco: il modello di tipo aziendale dell’assistenza sanitaria è un modello umano, applicato su larga scala, ciononostante molto recente. Il modello può essere cambiato sempre dall’uomo.
Bisogna ridefinire lo scopo, l’obiettivo in ambito sanitario e renderlo chiaro, non equivoco né equivocabile ed identificare le leve di cambiamento.
Obiettivo: Guidare la popolazione nel formulare una domanda di salute che le permetta di essere parte attiva ed autonoma.
Se vogliamo usare una analogia nell’economia possiamo dire che la domanda in genere viene generata attraverso il marketing e la pubblicità.
Con dinamiche simili la Regione, cioè il soggetto che paga, dovrebbe usare gli spazi pubblici per una interminabile campagna di informazione rivolta alla popolazione.
Oggi la ricerca ci ha detto come prevenire a costi bassissimi, solo con le modifiche dello stile di vita le patologie che più presentano un conto salato in termini di invalidità, sofferenza e spesa sanitaria e più specificatamente: ischemia cardiaca e cerebrale, ipertensione, diabete, cancro (colon retto e della sfera genitale, mammella, prostata) e molte forme di demenza senile.
Dal momento che è sempre la Regione il soggetto che paga dovrebbe istituire un incontro/dibattito pubblico regolare ( es: a cadenza mensile), con operatori sanitari, medici e popolazione sui più disparati argomenti dall’autonomia dei soggetti, alla prevenzione delle malattie e alla crescita individuale; ovviamente questo dovrebbe sempre essere disponibile on-line.
Questi due interventi sono a costo zero (o quasi) e sono convinto che queste sono due mosse importanti per cominciare a cambiare paradigma, per cominciare a generare una leva di cambiamento. Bisogna che la Regione assuma il suo ruolo e verifichi il modo in cui usa le risorse in sanità, comunicando in modo diffuso questi dati.
L’istituzione pubblica è analoga ad un genitore deve risparmiare per poter investire nel futuro dei figli, deve parlare con i figli altrimenti crescerà individui che lo odieranno e deve usare il buon senso altrimenti fallirà rovinosamente.
Anche se mi sembra ovvio, precisiamolo un attimo: per avere la certezza che questi cambiamenti avvengano bisogna avere uno scenario in cui la politica tolga le mani dalla sanità e che quest’ultima non sia veicolo di consenso elettorale.
La natura ricattatoria e mafioso/politica degli intrecci tra sanità e politica deve essere superata da una stagione di trasparenza “spinta” e di partecipazione e coinvolgimento pubblico.
Una risposta a "La Sanità: Esercizi Di rimedi. Parte 9."