trasferiamo ora, il concetto di sommazione ad aspetti meno evidenti rispetto all’esempio sonno/veglia. Quando un muscolo esegue uno sforzo piano piano che aumenta la “tensione” nel muscolo e bisogna che ci sia un’adeguata sommazione di stimoli neuromotori per rendere possibile lo sforzo. Se devo alzare 10 kg, nel momento in cui comincio a sviluppare la forza, il muscolo “somma” gli stimoli tensivi fino a superare il peso di 10kg (momento in cui l’oggetto si alza da terra). Se però cerco di alzare i 10kg ma non ci riesco, vuol dire che quelle vie nervose non riescono a “sommare” a sufficienza da farmi eseguire il compito motorio. Quindi se non riesco a eseguire il compito motorio per un peso non eccessivo stiamo in presenza di un fenomeno neurologico di ridotta sommazione. Questo esempio dovete immaginarlo in condizioni normali senza patologia neuromuscolare.

Vale la pena sottolineare che ogni singolo neurone motorio (un singolo filo che muove uan singola fibra muscolare) può ricevere, a sua volta, fino a 10mila connessioni: cioè altri nervi che lo attivano o inibiscono. Perché alcune connessioni sono attivatorie (aiutano a “sommare”) e altre inibitorie. Il risultato finale, muovere o non muovere il peso, sviluppare o meno la massima forza possibile dipende dall’equilibrio tra attivazione e inibizione, che permette di sommare o meno gli stimoli nervosi per attivare e muovere un muscolo. È come se per accendere la luce ci fossero 10mila persone, qualcuno l’accende e altri la spengono. Molto peggio di una riunione di condominio.

Continua…

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