I gemelli John e Michael di cui abbiamo parlato in questa serie possono essere visti come minorati mentali o geni per il “loro bene” e dal momento che la nostra società ha bisogno di minorati o mentali e non può permettersi i geni, i gemelli furono separati porre fine alla loro morbosa intimità e metterli in grado di “affrontare il mondo […] in modo consapevole e socialmente accettabile”.
Oliver Saks osserva: Credo che i gemelli in apparenza così isolati vivano in un mondo pieno di amici, che abbiano milioni, anzi miliardi di amici ai quali dicono: ehi, ehilà!, e quelli, ne sono certo gli rispondono: ehilà! Ma […] questi numeri non sono mai arbitrari e per trovarli i gemelli (e qui sta il mistero) non usano nessuno dei soliti metodi, anzi per quanto ne capisco non ne usano nessuno. Sembrano servirsi di una cognizione diretta, come gli angeli.Essi vedono un universo e un cielo di numeri. E questa facoltà, per quanto singolare, per quanto bizzarra – ma che diritto abbiamo noi di chiamarla “patologica”? – conferisce una peculiare e serena autosufficienza alla loro vita: “interferire con essa o infrangerla potrebbe avere effetti tragici”.
Al di là della storia in sé, i gemelli suggeriscono che esiste una aritmetica più alta che non è quella irritante, convenzionale, fatta di tabelline, pallottolieri, divisioni e moltiplicazioni. I gemelli autistici senza sapere fare 2+2 avevano come amici i numeri primi.
Una matematica innata nel cervello dinamica e viva, un universo inesplorato.