Da dove vengono le cose? Il prezzo che paghiamo è reale? Quando compriamo qualcosa ad un prezzo stracciato, chi ne ha pagato il costo al posto nostro? Compriamo beni o spazzatura? Siamo felici? Le persone intorno a noi sono felici? Possiamao produrre in quantità industriali tutto quello che non ci serve. Cos’è il progresso? Le auto sono “mobili” oppure sono auto “immobili“? Sono simbolo di Status Quo, oppure più o meno comode celle di isolamento con aria condizionata? Chi sceglie le nostre ossessioni? Cosa è rinchiuso in uno spot televisivo o su un cartellone? Cosa è lasciato fuori? Cosa ci è più utile quello che sta dentro o quello che sta fuori? In base a cosa facciamo le nostre scelte? Bush all’indomani dell’11/9 per risollevare l’umore del popolo americano li incitava a comprare, ad andare a fare shopping, come una mano sulla spalla, il supporto da un amico.
Come è possibile che i paesi del Sud del mondo sono così predati delle loro risorse e sono così indebitati con noi? O siamo noi ad avere un debito con loro?
Qual’è “la storia delle cose”? A quali domande siamo disposti a rispondere…?
mi viene in mente questa canzone di Daniele Sepe:
racconta anch’essa la storia “delle cose”.
E poi anche un verso di Rino Gaetano: