Quando si dice che c’è un aumento di tumori, ad esempio nei bambini, non bisognerebbe guardare i propri figli e sospirare di sollievo perché loro sono sani. Bisognerebbe considerare quelli con leucemie come se fossero i propri.
In 15 anni i bambini che si ammalano sono triplicati. Ma 1000 bambini ammalati di tumore con le loro famiglie non hanno voce contro contro le migliaia di bambini e familiari sani. Non hanno voce, per farsi sentire contro il silenzio e il sospiro di sollievo.
L’incidenza di tumori nei bambini è spaventosa, sarebbe inaccettabile se come società fossimo svegli e presenti a noi stessi.
Non so, bisognerebbe fare visite guidate negli ospedali, negli ospedali perché le famiglie dei sani sentano proprie le vite degli ammalati.
Sentano proprie le non necessarie sofferenze di minorenni che non hanno avuto il tempo per poter scegliere se diventare adulti assuefatti e insensibili alle tragedie altrui o invece solidali, empatici, attivi.
I bambini ammalati rimangono bambini, anzi sono solo bambini, a volte consolano gli adulti devasti dal dolore.
Il concetto di malattia gli è anche un po’ estraneo. I bambini non lanciano SOS convenzionali. Quando muoiono, muoiono e basta. I bambini che mendicano ai caselli, mendicano e basta, ci danno un po’ di fastidio perché non se ne stanno solo nelle cronache televisive, dove possono essere abusati, e sfruttati e comodamente suscitare la nostra compassione. Sappiamo compulsivamente mandare sms di donazioni, allo stesso tempo, essere estremamente intolleranti.
Questi sono pensieri in libertà… scusate se non sembrano seguire un filo logico.