Risolvere l’Epidemia di Coronaropatia Attraverso Una Nutrizione a Base Vegetale
L’articolo che avete appena sfogliato è una review (punto della situazione). In pratica si fanno considerazioni sulla base di ciò che si è studiato fino ad un dato momento, sia dal proprio gruppo di ricerca che da altri. Tutti gli articoli scientifici cominciano con un abstract (riassunto) di ciò che viene poi spiegato nel dettaglio. Il Dott. Esselstyn dice:
I paesi sviluppati hanno accesso facile e abbondante a cibi molto grassi. Paradossalmente, è proprio questa ricca dieta che produce aterosclerosi6. Nelle nazioni più povere del mondo la dieta è principalmente a base vegetale ed è di gran lunga più salubre, soprattutto in termini di malattia cardiaca.[…] Cento anni di ricerca hanno prodotto solo una strategia focalizzata sui fattori di rischio, basata su interventi strumentali. Nonostante ciò, con questo approccio molti pazienti […] vanno incontro a progressiva disabilità e morte. Questa è una strategia difensiva da retroguardia. Al contrario, dati convincenti […] danno supporto all’efficacia di una dieta vegetariana e di un’aggressiva riduzione dei lipidi [ematici ndr] per fermare, prevenire e invertire in modo selettivo la malattia cardiaca. […] Questa è una strategia offensiva. […]Si rende necessaria una commissione di esperti epurata dall’influenza della politica e dell’industria per assicurare che le scienze siano alla base delle raccomandazioni alimentari.
Esselstyn non usa mezzi termini, né diplomatiche formule verbali:
Dopo dieci anni e cinque convegni nazionali sul colesterolo, di cui due diretti da me, ho raccolto due convincenti osservazioni:
1° sappiamo tutto sui fattori di rischio[…]
2° tutta questa enfasi sui fattori di rischio[…] non risolverà l’epidemia cardiovascolare che attualmente minaccia un americano su due e che si annuncia essere nel 2020 la malattia globale.
In altre parole sappiamo tutto. Ma se i dati non ci aiutano a risolvere questa dilagante epidemia, a cosa servono?
Le autopsie su giovani americani morti in guerra e altri studi autoptici dimostrano senza ombra di dubbio la natura “ubiquitaria” della malattia coronarica nei giovani. Cioè, tutto il sistema di arterie si ammala contemporaneamente e anche precocemente. È ingenuo pensare che se una persona ha un’arteria coronarica occlusa, tutto il resto “dell’impianto idraulico” sia pulito e libero. Anche se una sola arteria si chiude e dà l’infarto, le altre sono ugualmente ammalate. Nel linguaggio medico si usa la parola “monovasale”; ma è fuorviante. Una condizione non è monovasale solo perché si decide di intervenire su una sola arteria più ostruita delle altre.
Al contrario, la malattia coronarica (CAD) è virtualmente assente nelle culture che hanno una alimentazione a base di piante. […] Centinaia di migliaia di popolazioni nella Cina rurale vivono per anni senza un solo infarto del miocardio documentato.
L’Occidente si vanta di fornire l’assistenza medica più avanzata. Il budget annuale per la cardiologia americana supera i duecentocinquanta miliardi di dollari. Interventi come bypass aorto-coronarico trattano pazienti con il 70% di occlusione e danno beneficio temporaneo. Ma i pazienti più a rischio sono quelli con un’occlusione del 30-50 %, e sono giovani.
Citando Forrester: l’angiografia non identifica, e le strategie interventistiche [bypass ecc ndr] non trattano, quelle lesioni che più verosimilmente sono causa di un attacco di cuore.
Questa affermazione basterebbe da sola a scardinare le fondamenta della cardiologia, a meno che non si dimostrasse che è falsa. Non vi preoccupate, non è stato fatto nessuno sforzo per dimostrarne la falsità.
Ciao! ti invito a leggere anche questo, se hai tempo: https://lacucinadeibriganti.wordpress.com/articoli/diete-vegane-per-la-cura-delle-malattie-cardiovascolari-e-metaboliche/