Gli studi che avete letto fin qui per mia “intercessione” hanno un’altra caratteristica che li rende straordinari: si parla di cuore, ma non sono studi condotti da cardiologi. Non si parla di beta bloccanti, alfa agonisti, antagonisti, ACE inibitori, anti aritmici, effetti collaterali. Non si parla di una farmacologia complicata né di effetti collaterali non simpatici che diamo per scontati. Se una mamma, un padre, un compagno o una compagna, moglie o marito cominciassero a fare la spesa e a cucinare in modo diverso diventerebbero il cardiologo/a, l’oncologa/o dei propri figli e dei propri cari. Se questo non vi dà un senso di libertà e di fiducia nel futuro allora ho capito male io. Sono io a vedere lo straordinario dove non c’è, o forse avevo solo bisogno di entusiasmarmi per qualcosa.
Ho cominciato dicendo che queste pagine hanno lo scopo di essere una provocazione e di dimostrare che non è vero che le persone “non capiscono”, che è inutile cercare di “spiegare loro certe cose”. E se anche fosse vero, condanno la conclusione secondo la quale: “tanto vale non darsi la pena di spiegare”. Viviamo un momento in cui la confusione paralizza, per cui è difficilissimo attivarsi per cambiare qualcosa della propria vita. Ciò non di meno, bisogna lasciare la scelta alle persone, lasciare loro anche la scelta di non capire o di non voler capire. Prima ancora di essere reso pubblico, questo testo mi ha già dimostrato che la tesi di partenza era giusta: nelle varie bozze di revisione è stato letto da oltre 100 persone, di tutte le estrazioni sociali e culturali, e ha attivato un dibatto. Circa il 10% di queste stanno considerando di modificare il proprio stile di vita nella direzione che questi studi suggeriscono. Sono fiducioso che qualora riuscissero a condividere il cambiamento potrebbero addirittura farcela.
Siamo alla fine di questo documento. C’è un concetto che ormai sottolineo da tempo e che vi ripropongo qui: tutto ciò che avete letto sembra svelare un “complotto maligno” per far soffrire tutti facendo arricchire pochi con “l’industria della malattia”. Credo onestamente che non sia così. Gli speculatori e i profittatori sono equamente distribuiti tra chi “sfrutta” e chi è “sfruttato”. Non ne faccio un discorso di “Buoni contro Cattivi”. Io parlo di un sistema dove né chi ci guadagna né chi ci perde ne capisce il funzionamento. Ma non può essere cambiato se prima non viene capito, almeno in due o tre grosse storture. Paradossalmente se quello che avete appena appreso venisse applicato su larga scala subito, aprirebbe le porte ad una crisi economica del settore sanitario in Italia, e non solo. Tuttavia attualmente il costo in vite umane per alimentare questa perversione ha cifre che farebbero intimidire Hitler.