La chiropratica è una professione “nuova”. Io sono un chiropratico perché ho preso la laurea in chiropratica (Doctor of Chiropractic – la pronuncia non è intuitiva), e dal momento che in Italia non era (e non è) possibile studiarla sono andato all’estero, in particolare in California.

La chiropratica qualche anno fa ha festeggiato i 100 anni dalla sua nascita ufficiale. Potete cercare su internet la storia di DD Palmer, e di come effettuò il primo aggiustamento chiropratico  da cui poi nacque la prima scuola. Leggerete la storia dell’inserviente sordo che riacquistò l’udito grazie all’intervento manipolatorio di Palmer; leggerete di BJ Palmer e della filosofia chiropratica, del dentro e fuori, di intelligenza innata, intelligenza educata e delle grandi sfide.

Potete leggerle lì, perché non è il mio scopo la narrazione della nascita della professione, ma quello di provare a contestualizzare la chiropratica, ovviamente dal mio punto di vista.

Quando ero al college, il Life Chiropractic College West, ero già laureato in medicina e chirurgia ed ero l’unico medico (o per un periodo fui l’unico poi ne arrivarono un altro paio). C’era una sottile e mal celata ostilità verso la medicina e i medici, che sapevano solo dare farmaci, abusare di antibiotici, non capivano il sistema nervoso centrale, né la biomeccanica della colonna vertebrale, trattavano i pazienti come organi e infine ridicolizzavano e ostacolavano l’affermazione della professione chiropratica nel mondo (l’associazione americana di medici perse una storica causa contro l’associazione chiropratici per diffamazione della professione e concorrenza illecita… o qualcosa del genere).

Sostanzialmente mi sentivo e mi sento ancora di condividere quegli argomenti, ma di certo non sostenevo il tono di leggero fanatismo presente in alcuni soggetti e sopratutto nel leader carismatico della professione. Tornato in Italia, con la mia laurea e tanto di foto con tunica e cappellino quadrato, mi sono trovato al contrario a cercare di far conoscere e proteggere una professione che in Italia è boicottata dalla classe politica e medica, e per questo motivo fa fatica integrarsi nel ventaglio di opzioni terapeutiche che possono essere offerte ai pazienti. I miei colleghi si confidano, si fidano di me perché io sono un medico, “non come gli altri che non si sa cosa abbiano studiato…

Questa situazione in verità mi imbarazza un po’, non mi sento di sostenerla e la trovo superficiale. Sopratutto perché la persona che più mi ha insegnato non era un medico, ma semplicemente un eccellente chiropratico.

Quando si tratta di proteggere una posizione in modo corporativo i vestiti mi vanno strettissimi.

Continua…

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