La filosofia è l’amore per la conoscenza, o meglio è l’amicizia con la conoscenza, o forse ancora meglio con il piacere di conoscere, piano piano, a volte veloce veloce, ma sempre un po’ di più. Anche perché il filosofo “sa di non sapere” quindi il suo è un tendere alla conoscenza. E la conoscenza muta, in continuazione, e sempre più velocemente. Tutto questo giro di chiacchiere per dire che il filosofo non può essere saccente né fanatico. Venendo a livelli quotidiani, ciascuno è filosofo, ha la propria filosofia, che è il motivo per cui ciascuno di noi si alza al mattino e vive le proprie giornate.
Quando ho studiato chiropratica c’erano 5 corsi di filosofia (obbligatori): la filosofia della chiropratica, perché, per come, da dove si parte, dove si vuole arrivare, in che modo, i “testi classici” (BJ Palmer, Dare, Amare, Servire) potete cercare questi argomenti, il web credo che non vi risparmierà nulla. Io sono un curioso, quindi mi sento abbastanza amico della conoscenza. Fui abbastanza allergico ai 5 corsi di filosofia, cioè mi piace la filosofia, molto meno chi parla di filosofia, specie se con qualche nota di fanatismo. Voglio dire che per me la professione chiropratica, anche attraverso la bandiera della sua filosofia alberga aspetti un po’ eccessivi di “invasamento fanatico”. Forse è un po’ anche fisiologico per una categoria che hanno fatto di tutto per inglobarla, screditarla, affossarla. Ma io sono arrivato dopo e questi aspetti non sono nelle mie corde.
Ad ogni modo, a medicina non ho fatto nemmeno un corso di filosofia medica, perché i medici fano quello che fanno. Secondo voi almeno un corso di filosofia/Dare/Amare/Servire sarebbe utile nelle facoltà di medicina?