La chiropratica ha una sua rivista scientifica “ufficiale”: Journal of Manipulative and Phisiological Therapeutics. Vuol dire che PUBMED e il National Institute of Health la “indicizzano, quindi è certificata come rivista il cui contenuto è scientifico per le procedure applicate nella decisione di pubblicare o meno uno studio.
Ma per molti anni e ancor di più oggi gli studi scientifici che supportano l’efficacia della chiropratica, o più in generale delle manipolazioni vertebrali sono stati pubblicati su riviste mediche più propriamente dette, come Spine, New England Medical Journal, British Medical Journal. Quest’ultimo fu il primo a pubblicare qualche decennio fa, il rientro di un’ernia discale immediatamente dopo una manipolazione. Allora non esistevano le Risonanze Magnetiche e l’ernia veniva visualizzata con l’immissione di un mezzo di contrasto nel canale vertebrale e poi con l’esposizione ai raggi x.
Se volete è ironico che le categorie di medici che più si sono opposte ideologicamente alla chiropratica, abbiano proprio nelle loro riviste visto la pubblicazione delle prove dell’efficacia della chiropratica. Per quanto, ovviamente, io supporti la necessità di fare ricerca, da un po’ di tempo mi chiedo (e chiedo in giro) questa domanda: a che serve la ricerca se poi non viene applicata?
Provocatoriamente io ritengo che la ricerca medico scientifica vada applicata, (sono convinto che per le questioni importanti non sia così) e magari qualche filone possa essere abbandonato per dare spazio ad altro.
Forse ho un po’ divagato, ma il punto che volevo sostenere e sottolineare è che la chiropratica non è una magia, ma l’artigianale applicazione delle prove scientifiche. Se ne volete qualche assaggio, cercate nella categoria del blog: EBM.