Ho lasciato Auschwitz e Birkenau con ciò che viene comunicato dalla guida, dalle didascalie, dal museo, dalle mostre itineranti sull’Olocausto (in passato ne ho visitate due) cioè che servirà solo a non avere un altro nazismo in Germania, ma non ha impedito né impedirà quelli recenti né i nuovi.

La propaganda nazista si avvaleva di spot-video in cui medici spiegavano le inferiorità degli ebrei.

Lascio a voi il compito di individuare la più sottile propaganda delle guerre successive.

Ecco, se la memoria cristallizza nello spazio e nel tempo l’olocausto nazista, credo sia inutile e per me tanto varrebbe dimenticare.

Un modo utile per provare a suggerire un cambiamento in questa direzione io ci vedrei all’entrata di Auschwitz o all’apertura del Tg il giorno della memoria un testo come questo:

L’olocausto nazista non è stato né il primo né l’ultimo tentativo di genocidio della storia, il suo ripetersi è reso possibile da alcuni punti irrinunciabili

  1. la propaganda mediatica rende accettabile le sofferenze, la privazione della libertà e la morte di altri individui per motivi ideologici.
  2. L’uso sistematico del segreto militare di stato per occultare l’immorale pianificazione degli omicidi di massa.

I campi di Auschwitz rappresentano l’accumulo di prove più schiacciante oltre che dell’orrore della follia umana, della precisa e sistematica applicazione di queste dinamiche, tu che entri in questo teatro di morte del passato impara a riconoscere queste dinamiche nel tuo presente per scongiurare di essere vittima e/o carnefice e/o spettatore inconsapevole e passivo del prossimo olocausto da qualsiasi ideologia provenga.

Grazie per aver sbirciato da queste parti.

Una risposta a "Auschwitz. La Speranza."

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