Se un oggetto si avvicina ad un soggetto la situazione è analoga a quella inversa in cui è il soggetto che si avvicina all’oggetto. Tenere a fuoco un oggetto mentre gli si va incontro aggiunge una componente molto importante che è l’accelerazione lineare. I movimenti del corpo nello spazio sono registrati dal sistema vestibolare, di cui parleremo, e nel nostro caso è coinvolta una struttura che si chiama utricolo. Ne parleremo in futuro, tuttavia questo accenno ci serve a definire meglio uno scenario.
La convergenza oculare non è una funzione che viene usata occasionalmente quando si scherza tra amici e si fanno gli occhi storti, ma è una strategia importante nella nostra interazione dinamica con l’ambiente circostante. Infatti è legata al nostro muoverci nello spazio in un ambiente gravitazionale dove il corpo è costantemente spinto verso il centro della terra e si muove e interagisce adeguandosi costantemente alla forza di gravità.
Gli occhi convergono per tenere a fuoco un oggetto che si avvicina; più si avvicina l’oggetto più le pupille si costringono. Se questo non avviene la messa a fuoco non è possibile. Se la risposta pupillare, e di convergenza oculare, durante l’accelerazione lineare non ci fosse la vita quotidiana sarebbe da molto difficile a impossibile.