Ho fatto del mio meglio per rendere molto lineare e fruibile tutta una serie di meccanismi che non sono affatto lineari: A dice a B di non fare C e di dire a E di impedire a A di dire a B di non fare C ecc, ecc. Quante più lettere consideriamo tanta più non linearità dobbiamo considerare. Quindi seppur semplificando abbiamo detto che il lobo frontale muove rapidamente gli occhi al lato opposto. Abbiamo focalizzato l’inizio e la fine del percorso. In mezzo ci sono B-C-D-E- ecc. e ciascuno può essere causa di compromissione di questi meccanismi. Cionondimeno se con tecniche di neurologia funzionale si recuperano i movimenti saccadici, ad esempio, vorrà dire che tutte le stazioni intermedie stanno lavorando adeguatamente. Credo tuttavia che il senso sia stato raggiunto. Identificare meccanismi che permettono di guardare sotto una diversa luce condizioni neurologiche più o meno gravi e soprattutto permettere di aprire una cassetta degli attrezzi per fare interventi di riparazione precisi ed efficienti. Nella cassetta non ci sono farmaci ma solo conoscenza.

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