Per me, la metafora che più spiega il neurosviluppo è la musica. La sinfonia.
La musica può esprimersi in infiniti modi e si evolve nel tempo, come le personalità e i caratteri degli uomini e delle donne. Le sinfonie sono il prodotto di decine di strumenti, gli uomini sono il prodotto di miliardi di connessioni neurologiche.
In base a quale e quanti strumenti sono scordati, suonati male, fuori tempo, con ritmo sbagliato, desincronizzati rispetto alla partitura, non connessi all’armonia dell’orchestra, tu avrai una esecuzione più o meno brutta. Se è un solo strumento potremmo non farci caso, se sono troppi potrebbe essere inascoltabile.
Di tutte le combinazioni armoniche dell’orchestra del cervello, allo stesso modo possiamo avere tante forme di esecuzione, più o meno non precise.
Nella sinfonia di un essere umano gli strumenti sono tutte le fasi dello sviluppo, tutte le competenze neuromotorie, tutte le competenze emotivo-cognitive. Il lavoro terapeutico consiste nel andare a vedere cosa non funziona in questa linea di ragionamento gerarchico. Far funzionare uno strumento, i movimenti degli occhi, i riflessi vestibolo-oculari, estinguere i riflessi primitivi, lo schema crociato della deambulazione, raffinare il proprio linguaggio corporeo, modificare il contesto, l’ambiente. E poi vedere, osservare, ascoltare la sinfonia come si svolge.
Parlando della cefalea, Oliver Sacks scrisse, vado a memoria, che dal momento che si trattava di un problema musicale bisogna trovare una soluzione musicale. Quando sono insieme ad una famiglia con un bimbo/a o adulto in difficoltà del neurosviluppo cerco ti tenere bene a mente tutto ciò.