Viviamo di convinzioni, e di convenzioni. Siamo immersi in una trama di assunzioni invisibili. Lo facciamo per renderci la vita migliore. il progresso è rappresentato da quanto riusciamo a renderci la vita più semplice.
I soldi sono la convenzione che è più radicata. siamo arrivati ai pezzi di carta per usarli più comodamente. Non sappiamo più da dove vengono e ora sono loro ad usare noi. Lo SCEC è lo strumento che smonta il giocattolo.
Francesca Faiella ha scritto queste osservazioni…
“La natura e il meccanismo di funzionamento dello SCEC sono due cose semplicissime. Ma spesso risultano comunque difficili da capire. Perché lo SCEC scardina una convinzione ormai profondamente radicata in noi: il denaro ha valore! La frase esatta dovrebbe essere: il denaro ha valore perché noi, di comune accordo, abbiamo deciso che ne ha. È una convenzione, un patto tra le persone, e come tutte le convenzioni serve a semplificare la vita. Nel momento in cui non assolve più alla sua funzione deve essere cambiata o modificata, altrimenti non ha più ragione d’essere, perde utilità.
L’esempio più lampante di convenzione tra gli uomini è il linguaggio. Nel linguaggio, noi decidiamo che una serie di suoni corrisponde a un oggetto o a un concetto. Per esempio, la sequenza «ta-vo-lo» corrisponde a un oggetto di legno con quattro gambe etc, «fe-li-ci-tà» a un determinato stato d’animo. La scelta è totalmente arbitraria, avremmo potuto scegliere la sequenza «gat-to» o qualsiasi altra. Abbiamo stabilito questa convenzione per comunicare in modo semplice, invece di indicare gli oggetti e perché altrimenti avremmo difficoltà a esprimere concetti astratti. Il linguaggio è un patto di solidarietà tra gli uomini. Gli appartenenti alla stessa comunità linguistica accettano la convenzione, le regole del patto, e così riescono a capirsi quando parlano. È un patto tra gli uomini, quindi appartiene agli uomini e se non assolve più alla sua funzione, gli uomini lo cambiano. Il linguaggio è in perenne mutamento e per quanto i nostalgici della purezza della lingua tentino di farlo rimanere immobile e immutabile, per sua stessa natura cambia giorno dopo giorno; siamo noi uomini a cambiarlo, attraverso l’uso. Il linguaggio cambia perché noi cambiamo, cambia per continuare a servirci.
Così come il linguaggio ci serve per comunicare in modo semplice, il denaro ci serve per scambiarci in modo semplice le nostre ricchezze. Così come nel linguaggio scegliamo delle sequenze arbitrarie corrispondenti a oggetti e concetti astratti, negli scambi in denaro un pezzo di carta corrisponde arbitrariamente a un valore (andrebbe bene qualsiasi altro pezzo di carta). Così come il linguaggio ci appartiene perché è frutto di un patto tra di noi e perché serve a comunicare quello che siamo e quello che ci circonda, anche il denaro dovrebbe appartenerci perché frutto di un altro patto e perché serve a scambiarci quello abbiamo e che siamo in grado di fare, le nostre ricchezze. Ma il denaro ha perso la sua semplicità, ne dimentichiamo l’arbitrarietà e soprattutto non ci appartiene. Il denaro ha smesso di appartenerci. Semplificando, le banche ce lo prestano e noi lo paghiamo. Ovvero paghiamo la moneta che ci viene prestata con quella stessa moneta che abbiamo avuto in prestito e in più ne paghiamo gli interessi. Così finiamo con l’indebitaci perché non avremo mai denaro sufficiente a saldare il debito. Ma ciò che è evidente è che in questo modo il denaro perde la sua funzione. Perché non serve più a scambiare ricchezza, ma diventa ricchezza. Si paga denaro con il denaro. Non è più il denaro a servirci ma siamo noi a servire lui.
La convenzione è saltata e va quindi modificata per ripristinare semplicità e utilità. Un modo per modificarla può essere lo SCEC. Gli SCEC sono pezzi di carta ai quali attribuiamo un valore (sono convenzionalmente accettati da chi aderisce al circuito) e vengono distribuiti gratuitamente (non sono ricchezza ma servono a scambiare ricchezza). Ecco che il meccanismo si mostra in tutta la sua semplicità e le regole della convenzione riacquistano chiarezza. Con lo SCEC si ristabilisce il patto di solidarietà.
Si ripristina la reale funzione della moneta. ” Francesca Faiella Napoli www.progettoscec.com
Grande Francesca,
sono sempre più convinto che tutte le volte che non scrivi ci privi di un contributo prezioso. Nelle tue parole, con i tuoi esempi, metafore, chiarisci il senso delle cose, di quello che facciamo, il loro significato. Insomma scrivi di più, perché sei brava.
Nello