Viviamo in un “sistema di convinzioni” sono sbarre invisibili: la cella è aperta ma non ce ne rendiamo conto.
Il DNA è percepito come una eredità ineluttabile.
Un frullato di codice genetico che mette insieme 2 alberi genealogici, quello dei propri genitori.
Siamo convinti che tutto quello che noi siamo sia già scritto: il colore degli occhi, la carnagione, l’altezza ecc…ma non solo, se saremo intelligenti, depressi, allegri, ansiosi, se avremo mal di testa, se avremo il cancro, se saremo ipertesi*, ecc…
Se fosse così dovremmo avere 120mila geni ma ne abbiamo un terzo.
Qualcuno comincia a vedere che della gabbia aperta?
Il DNA e i geni sono uno spartito musicale.
E’ colpa dello spartito se l’esecuzione è pessima?
Il DNA è una libreria di informazioni, è a disposizione e viene letto in base alle richieste.
Le richieste le fa l’ambiente esterno con i suoi stimoli.
Se mangiamo “quintalate” di zucchero (stimolo) apriamo il DNA e leggiamo i geni dell’insulina.
Se picchiamo un bambino gli facciamo aprire il libro dei geni e lui legge le informazioni della violenza.
Oppure se un papà violento picchia il figlio che diventerà violento mica conferma una eredità genetica.
Significa che è programmato alla violenza dai suoi geni?
*Ci sono condizioni genetiche per le quali questo discorso non vale. Ci sono errori genetici che danno patologie gravi.
Chiedo scusa qualora avessi dato l’idea di banalizzare su questi argomenti, anche se scherzo sono molto serio.
Ci sono persone che anche se mangiano quintalate di zucchero hanno una glicemia nella norma e non andranno mai incontro al diabete. Altre che invece ne soffriranno pure se non “sgarrano”, un po’ come l’essere grassi o magri! Questo e’ dovuto al fatto che il diabete mellito di tipo II ha una serie di geni che ti predispongono alla patologia. Se hai la sfortuna di avere varianti che ti rendono piu’ vulnerabile te lo beccherai quasi sicuramente altrimenti no. Per quanto riguarda i comportamenti violenti ne sappiamo ancora troppo poco quindi e’ presto per fare queste affermazioni. Ma non sottovalutiamo l’influenza dei geni sul comportamento potremmo un giorno davvero scoprire il meccanismo della violenza!
Ma che dici? Leggiti il “Testamento per una nuova medicina” di Hamer, poi discutiamo sull’origine delle malattie.
Ciao
Non conosco il testo mi spiace… mi occupo di scienza io… 🙂
io credo che la domanda da porre sia:
al di là del patrimonio genetico, se non si viene esposti a “quintalate” di zucchero si sviluppa il diabete di tipo due? E poi, in che forma, con che facilità di compenso, con rapidità di insorgenza dei danni al microcircolo si presenta, quindi in una parola con che epidemiologia?
Da quando tempo si raffina lo zucchero che viene poi aggiunto in quantità industriali nei cibi? Credo poche decina di anni, di certo non un tempo sufficiente al DNA di adattarsi. Quindi se alle prime domande la risposta è: no, oppure ci si ammala più tardi in età, con migliore compenso, e con ritardati sintomi secondari, allora forse la genetica ha minori resposabilità rispetto all’ambiente e agli stimoli esterni, oppure i responsabili siamo noi con le nostre scelte collettive.
Se invece si riuscisse a dimostrare che anche i diabetici cambiando lo stimolo esterno riuscissero a riddurre i livelli di glicemia, e in proporzioni significative a guarire, allora ancor di più credo che il DNA avrebbe un ruolo diverso da quelloche gli viene attribuito.
Io non sposo, l’ineluttabilità del “destino” legato al proprio patrimonio genetico. come se tanto non ci possimao fare nulla.