Gli studi che avevano prodotto i grafici di dose/risposta visti nella parte  1 assumevano una ulteriore rilevanza quando venivano affrontati quegli studi su comunità di emigrati.

Con i flussi migratori le popolazioni si adattano ad ambienti diversi e stili di vita diversi, in primis l’alimentazione. E’ sufficientemente chiaro che spostarsi da un’area con un certo fattore di rischio per una malattia ad un altro, la comunità emigrata si adatta alle statistiche della nuova area di inserimento.

Durante i viaggi le popolazioni non cambiano il loro DNA né i loro geni.

Come già detto in passato solo il 2-3 % dei cancri possono essere attribuiti a fattori genetico…oppure no? Sono confuso, devo chiedere al prof. Veronesi.

Continua…

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