Siamo capaci di tantissima carità: a profusione.
Sappiamo donare senza incertezza. Mandiamo l’sms, lasciamo la monetina, adottiamo a distanza, ospitiamo per l’estate. Il terremoto, il caso disperato, il viaggio della speranza. È nella nostra cultura cristiana, la carità. La carità è un atto sbrigativo.
Però non siamo capaci di giustizia.
Come comunità non siamo capaci né tenaci nel difendere ciò che è giusto.
Al punto tale che chi chiede giustizia per la morte del proprio sangue, per le stragi di stato, chi chiede giustizia per l’Africa o la Campania saccheggiate e stuprate o per decine e decine di altre vicende, infastidisce. Diventa anche noioso.
Ma io non voglio…
io non voglio dare carità… Io voglio imparare ad essere onesto e giusto nei confronti degli altri.
Io voglio ospitare i bambini di Chernobyl e allo stesso tempo urlare finché posso che non le voglio le centrali nucleari, non le voglio le case o i ponti o gli inceneritori costruiti da impregilo che si sbriciolano, le prime, e che cancrovalorizzano, gli ultimi..
Non la voglio la privatizzazione dell’acqua.
Voglio spegnere tutti gli inceneritori non per ideologia…. ma per giustizia.
se non sbaglio ho sentito dall’autore di un blog amico che l’ubicazione delle centrali nucleari sarà soggetta a segreto di Stato (anche se lo trovo incredibile).
evidentemente non vogliono che la gente si metta a gridare contro queste cose…