L’intero settore High Tech è il mercatino outlet della ricerca tecnologica militare finanziata dallo stato, quindi zoommando nell’immagine, possiamo discutere di regole di mercato quando si compra un computer in un grosso magazzino, e che il tutto sembri l’espressione del libro mercato capitalistico, ma guardando da fuori i costi di ricerca non sono inclusi nell’etichetta del prezzo e la corsa a macchine più potenti impedirebbe all’azienda di fare mai alcun profitto dal prodotto. Le banche controllano il credito, dovrebbero stare sul mercato a dimostrare la loro abilità in quel settore. Le nazioni capitalistiche occidentali hanno infuso miliardi nelle casse delle banche commerciali per evitare il loro collasso, questo sarebbe sufficiente credo a provare il fatto che sono finanziate dallo Stato; questo ero un passaggio molto diretto di denaro pubblico all’interno del sistema capitalistico, ci sono modalità indirette che vanno oltre lo scopo di questo articolo.
Solo per elencare altri settori: l’agricoltura riceve sussidi pubblici, le infrastrutture sono finanziate dal pubblico etc..
In altre parole il capitalismo è un economia orientata/basata dallo Stato, è un capitalismo di Stato.
Il capitalismo di Stato è ciò che si riferisce come esempio dell’economia socialista dell’Unione Sovietica; infatti è così.
In altre parole il capitalismo americano non si differenzia in nulla dal socialismo sovietico con la sola differenzia rappresentata dai modelli di propaganda. Noam Chomshy considera il veloce sviluppo del Giappone dopo la seconda guerra mondiale basata su una economia di Stato basata principalmente sull’industria dell’High Tech; il governo giapponese ha registrato una continua crescita per decenni grazie alla tecnologia elettronica e all’ingegneria.
Le “regole economiche” della casa mondiale sono disoneste e nascoste, zoommando sull’immagine può sembrare un gioco onesto dove alcun vincono e altri perdono ma guardando da fuori l’intera fotografia si può vedere come il 90% della popolazione perde e solo il 10% vince senza alcuno sforzo.
Una risposta a "Due Modelli Economici. Parte 2"