La pressione del sangue, la frequenza del battito cardiaco sono regolate in modo automatico e si adattano alla posizione del corpo nello spazio rispetto alla forza di gravità e ad altre condizioni. Se la pressione si abbassa il cuore batte più velocemente e viceversa. Se ci si alza e ci si mette in piedi la pressione arteriosa ha un rapido calo a causa della forza di gravità che spinge il sangue verso il basso (ipotensione ortostatica) di conseguenza la frequenza del battito cardiaco aumenta. In genere noi non ce ne accorgiamo a meno che questa correzione automatica della pressione non avvenga troppo lentamente. Cioè la pressione rimane troppo bassa per troppo tempo esi ha un “giramento di testa” per ipoafflusso cerebrale. Finché la risposta automatica non avviene non ci è dato di fare null’altro.
Ci sono due condizioni che rappresentano i due opposti scenari di questo meccanismo:
1. alzandosi in piedi la frequenza cardiaca non aumenta (o non a sufficienza) e non si riesce a far aumentare la pressione del sangue. Il soggetto può sentire la tesa leggera, avere capogiri fino a svenire per ipotensione ortostatica sostenuta.
2. la frequenza cardiaca aumenta troppo, oltre i 40 battiti al minuto in più, per cui ci troviamo con una contrazione inefficace, poco sangue viene pompato, la pressione non riesce ad alzarsi e il soggetto può svenire (POTS: Post Orthostathic Tachicardia Syndrome)
Entrambe ma soprattutto la POTS possono avere conseguenze disastrose sulla vita quotidiana.
Una risposta a "NF108 – Risposte Autonomiche. Parte 2"