Tutti noi nasciamo con i piedi piatti.
In qualche anno (circa 4-5) il movimento sull’avampiede crea una torsione grazie alla quale con qualche milione di ripetizioni si forma l’arco plantare.
Si dice piede “piatto” quando la parte interna della pianta del piede poggia a terra; vuol dire che non si è formato l’arco plantare.
All’opposto il piede è “cavo” quando l’arco plantare è esagerato e a terra poggiano solo il tallone e l’avampiede.
Non so se riuscite a seguire il discorso completamente ma se avete presente l’impronta di un piede sulla sabbia in riva al mare è più facile.
Ci sono i segni del tallone, delle dita e, in un piede normale, questi due sono uniti solo lateralmente, nel piede piatto, anche la parte interna della pianta lascia il segno mentre con il piede cavo nemmeno la parte esterna tocca a terra, quindi tallone e punta sono separati nell’impronta sulla sabbia.
Una risposta a "Camminare. Piedi Piatti. Parte 4"