Abbiamo già parlato della plasticità del cervello. Abbiamo sottolineato che la plasticità è la caratteristica che ci permette di apportare modifiche e correggere in modo stabile problemi neurologici di varia natura: ridurre o abolire un tremore, un tic, una distonia, un mal di schiena.
Se il cervello è plastico può cambiare. Se il cervello riceve stimoli e dà sempre risposte motorie si può stimolarlo in modo accurato tanto da fargli plasticamente modificare e correggere gli errori di tono, chiave, e ritmo per fargli migliorare la sinfonia che suona per le persone vicine?
Poche dècadi fa si pensava che il cervello non si modificasse, che una volta danneggiato ci si potesse rassegnare. Oggi non è così, o meglio non è stato mai così, ma ora lo sanno tutti. Perciò non c’è da stupirsi se l’impossibile diventa probabile, e nel tempo diventerà inevitabile [cit. Christophere Reeve].
Il gruppo di lavoro del dott. Melillo ha sviluppato il Programma di Equilibrio Cerebrale (Brain Balance Program). Lo so che suona meglio in Inglese. L’inglese non trasferisce quella sfumatura negativa di significato relativa alla pazzia. Ma mi sembra un buon esercizio farci l’abitudine.
Il Programma di Equilibrio Cerebrale cambia prospettiva, la aggiorna alla moderna conoscenza e si pone con radicali differenze rispetto all’idea convenzionale.