Lo sviluppo cognitivo di un individuo indica la crescita delle sue conoscenze, delle cose che impara, delle differenze che discrimina, di ciò che impara a fare, della complessità dei suoi pensieri, delle strategia che attua per ottenere qualcosa.
Quando un bimbo lancia a terra un oggetto ne esplora la fisica, scopre la forza di gravità, il rumore che fa. Quando accende una luce esplora la magia che il suo gesto crea. Infatti spesso gli piace e accende e spegne la luce in continuazione per replicare quella magia.
Prima i genitori non gli danno accesso a oggetti che possano rompersi se lanciati, poi si spiega che la pallina sì, il bicchiere no, ecc.
In altre parole la conoscenza di ciò che si può fare, dire, si modella sul profilo emotivo di un bambino. Così come una punizione, una restrizione, per avere l’effetto educativo deve essere compreso e congruo rispetto alla capacità emotiva del bambino. Non si rimprovera un bambino di 12 mesi che butta a terra un bicchiere di vetro, “ oh no, abbiamo fatto un pasticcio!” mentre se ne ha 3 magari sì.
Come si impara? Si impara attraverso l’imitazione. La curiosità innata spinge ad imitare, mettere le scarpe dei genitori, voler avvitare una vite, voler cucinare… anche io anche io , lo voglio fare io, faccio da solo.
I bambini fanno quello che vedono non quello che gli si dice specie se gli si dice l’opposto di quello che vedono fare. Per questo lo sforzo di genitore è quello di essere di esempio.
Ora, quando abbiamo di fronte un bambino autistico, dobbiamo fare lo stesso discorso che facciamo in termini neurologici. Correggere ciò che va storto seguendo una gerarchia. E allora dobbiamo chiederci, se voglio insegnargli un’autonomia qualunque, quanto caos emotivo c’è nel bambino, e necessariamente quanto caos emotivo c’è nei genitori e nei più stretti parenti.
Questa diventa un’opportunità preziosa per tutta la famiglia. Perché il livello di esplorazione di tante sfumature e di comprensione diventano una crescita per tutta la famiglia.
Io personalmente suggerisco a tutte le famiglie di cercare un aiuto psicoterapeutico familiare, pedagogico per capire le dinamiche presenti e cominciare a testare strategie diverse per aiutare la crescita. Nel mio piccolo cerco di avviare questo percorso, prendendomi il tempo di fare incontri solo con i genitori per trasferire loro nel modo più chiaro possibile questa visione, calata, ovviamente nelle specificità del singolo caso.